A ottobre, nel mondo, i sorpasso degli accessi internet da mobile su quelli da Pc. Nel nostro Paese la penetrazione della Rete ancora al 63% ma i ritmi dello sviluppo «digitale» aumentano.
Da qualche giorno abbiamo assistito a un sorpasso storico, quello che nel giro di pochi anni ha portato Internet a essere più legata agli smartphone che ai computer fissi. In ottobre 2016 gli accessi da dispositivi mobili sono arrivati al 51,3% del traffico.
La tendenza è naturale e riguarda tutto il mondo, ma se ci fermiamo ai dati dell’Italia vediamo che il sorpasso — pur all’orizzonte — è ancora lontano: il 64,3% degli accessi alla Rete avviene «da scrivania» mentre smartphone (30%) e tablet (5,7) rimangono indietro.
E questo, soprattutto nel Paese degli amanti dei telefonini, è un dato con un risvolto positivo. Non a caso ci vede affiancati a Paesi tecnologicamente evoluti come gli Stati Uniti (58% contro 42) e la Gran Bretagna (55,6% contro 44,4). Perché significa da un lato che malgrado la sempre bassa penetrazione di Internet nelle case italiane, che non supera il 63% (contro il 94% in Finlandia e l’88 e l’84 rispettivamente in Germania e Francia) non stiamo delegando solo ai telefoni «smart» l’informatizzazione degli italiani. Dall’altro perché il dato evidenzia che nonostante i ritardi, le connessioni alle casa — i cavi a terra — ci sono e vengono utilizzate.
Il giudizio è certo semplificato, ma viene confermato dai dati del ministero dello Sviluppo economico che raccontano come il 46% delle unità immobiliari italiane viaggia ad almeno 30 Mbit al secondo, con una tendenza confortante che tra due anni vedrebbe la percentuale salire al 94% per arrivare al 100% nel 2020.
Milano capitale di Internet, ma corre il Sud
In un’inchiesta condotta all’interno dello speciale viene proprio fatto il punto sullo stato della rete ultralarga a 30 anni esatti dallo sbarco di Internet in Italia. Allora era l’aprile del 1986, oggi nel novembre del 2016 scopriamo che se nessuno corre come la Lombardia — con Milano tra le città più cablate d’Europa — è il Sud ad andare più veloce del Nord. Campania e Calabria sono le regioni più coperte, seguite dal Lazio e dalla Puglia.
Un Paese capovolto rispetto a quanto ci si può aspettare, così come la scoperta e il racconto delle storie di eccellenza italiana nel digitale mostra una nazione che ha perso tempo e terreno ma che riesce a essere anche protagonista della rivoluzione digitale che stiamo vivendo. E si prepara a esserlo ancora di più, come racconta il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli: «Grazie agli investimenti del governo nelle reti ultrabroadband, l’Italia si doterà dell’infrastruttura necessaria per tornare a essere competitiva».
È vero che se sono 38 milioni gli italiani che usano il web, — 29 milioni quelli attivi su mobile — sono ancora molti quei cittadini a cui manca una vera cultura del digitale. Un deficit del sistema formativo ancora in attesa di una scossa, ma che non impedisce il fiorire veri e propri gioielli dell’innovazione.
Federico Cella
Fonte: http://bit.ly/2fnnKLH