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L’intervista: Demetrio Brandi ci racconta come è nata LuccAutori

di Giuseppe MASSIMINI

LuccAutori raggiunge il traguardo  della trentesima edizione. In attesa del prossimo appuntamento che si svolgerà a Lucca dal 5 al 20 ottobre abbiamo incontrato il sociologo e giornalista Demetrio Brandi ideatore e curatore della rassegna.

Com’è nata l’idea di LuccAutori? 

Nel 1994 lavoravo all’ufficio stampa del festival  La Versiliana a Marina di Pietrasanta.  Dopo questa esperienza,  insieme a Monica Donati e Isabella Scotti abbiamo pensato di ispirarci  agli incontri letterari del “Caffè” condotto da Romano Battaglia ideando una  rassegna a Lucca ed il primo ospite fu proprio Battaglia.  Così è nata LuccAutori. Negli anni seguenti a Monica e Isabella si sono succedute altre collaboratrici e mi piace ricordare la conduzione degli incontri ormai ventennale  di  Elena Marchini. 

Nei primi anni hai incontrato delle difficoltà?

Devo dire che Lucca si è rivelata subito accogliente e in quegli anni mancava una rassegna come la nostra. Siamo partiti dall’aula magna del liceo classico Machiavelli per poi arrivare alle sedi più importanti della Provincia e del Comune come Palazzo Ducale e Villa Bottini.

Quanti personaggi del mondo della cultura hai avuto modo di conoscere?

Tanti. Tra questi ricordo Alda Merini, Sergio Zavoli, Dacia Maraini, Carlo Verdone, Ugo Gregoretti, Roberto Vecchioni, Vittorino Andreoli e altri, tutti invitati a LuccAutori.

Da sinitra Demetrio Brandi con Roberto Vecchioni a seguire Pietrangelo Buttafuoco

Ricordi piacevoli … Amarezze?

Nel 2001 rischiai di non portare a termine quella edizione perché non mi era stata concessa una sede adeguata. Ma non mi arresi e feci montare ed allestire a mie spese una tensostruttura in piazza Anfiteatro. Quell’anno gli incontri si tennero ugualmente e in molti capirono che saremmo andati avanti in ogni caso. 

Nel tempo a LuccAutori hai abbinato Racconti nella rete. Perché questo binomio?

La rassegna aveva bisogno di una nuova visibilità visto che ne erano nate molte altre e tutte simili tra loro.  Era il 2002. L’idea era quella di coinvolgere gli scrittori emergenti con un premio aperto a tutti.  La rete ci offriva questa possibilità ed è stato facile dare un nome a questo premio:  Racconti nella Rete. Per la pubblicazione, grazie a Elena Marchini,  ci siamo rivolti a Newton Compton. Un concorso che è cresciuto molto nel corso degli anni tanto da essere considerato il più grande premio nazionale per inediti online.

In una società sempre più tecnologica che peso ha internet per la promozione culturale?

Noi proponiamo un premio che si svolge sul web,  fruibile  da persone di tutte le età,  ma l’antologia dei 25 vincitori è pubblicata rigorosamente su carta con l’editore Castelvecchi.  Internet ha aiutato gli scrittori ad uscire allo scoperto ed a proporsi ad un pubblico sempre più vasto.  Ci auguriamo che non prenda il sopravvento, più di quanto sta già avvenendo, e che si possa continuare ad incontrarci nelle librerie per un confronto diretto tra gli scrittori ed i lettori. 

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