Seleziona una pagina

Le lezioni del 2020 per il mondo IT: l’affermazione del cloud

di Francesco Pagano, Consigliere Aidr e Responsabile servizi informatici Ales spa e Scuderie del Quirinale

In una prospettiva generale, il 2020 è stato un vero “annus horribilis”. Per chi si occupa di sistemi informatici e cyber security, quello trascorso è stato però un vero punto di svolta, che promette di portare (o radicare) cambiamenti estremamente rilevanti. Un vero salto evolutivo che, come accade spesso, richiederà un periodo di assestamento e un discreto impiego di energie e risorse per essere messo a sistema. Calata nella realtà italiana, questa evoluzione assume caratteri specifici e, parallelamente, pone delle sfide a cui il nostro paese dovrà dimostrare di essere capace di affrontare nel prossimo futuro.

L’agenda politica e istituzionale, che vede per la prima volta la possibilità di avviare investimenti strutturali grazie ai fondi europei recentemente stanziati, dovrà tenere conto di tutti questi aspetti. Il primo aspetto riguarda le tecnologie cloud. Il 2020 ha infatti consacrato definitivamente le piattaforme cloud come lo strumento “normale” per gestire i servizi digitali. Come accade spesso nel mondo dell’Information Technology, la sua evoluzione ha preso però delle direzioni impreviste. Se in una prima fase il cloud è stato interpretato come uno strumento per soddisfazione le esigenze di scalabilità delle risorse e il suo baricentro era rappresentato nella esternalizzazione dei servizi in datacenter dedicati, oggi questo aspetto (ormai interiorizzato a livello di impresa privata) appare quasi secondario.

L’affermazione delle piattaforme cloud deve infatti il suo successo ad alcuni aspetti “collaterali” e, in particolare, alla versatilità offerta dalle tecnologie di virtualizzazione, che consentono di implementare servizi digitali con una velocità inimmaginabile rispetto a quanto accadeva con le tecnologie tradizionali.

La sua declinazione, però, è tutt’altro che omogenea. Se i servizi erogati interamente da provider esterni (cloud pubblico) attraverso la formula del Software as a Service (SaaS) rappresentano l’orizzonte a cui si rivolgono normalmente le startup, molte realtà produttive (soprattutto in Italia) adottano la formula del cloud ibrido, in cui parte dei sistemi virtualizzati vengono affidati all’esterno, spesso, mentre i servizi critici sono gestiti con risorse interne attraverso il cosiddetto cloud privato.

Sotto questo aspetto rimane una forte asimmetria tra il settore privato e quello pubblico, in cui gli unici stimoli verso l’adozione di tecnologie cloud sembrano puntare verso la creazione di sistemi on premise che consentano di adottare tecnologie di virtualizzazione. Un orientamento generalmente giustificato dalla necessità di garantire la protezione dei dati forniti dai cittadini, ma che rischia di depotenziare il sistema. Se il progetto di un “cloud di stato” può consentire l’introduzione di tecnologie di virtualizzazione e portare a un netto progresso in termini di versatilità nella gestione dei servizi offerti dalle istituzioni, questa scelta “taglia” uno dei vantaggi offerti dalle piattaforme cloud: la scalabilità.

La creazione di un datacenter dedicato, infatti, non può certo consentire di fare fronte a eventuali “picchi” di traffico come sarebbe possibile fare rivolgendosi a servizi esterni. In altre parole: il cloud di stato non consentirebbe in alcun modo di evitare “inciampi” come quelli che si sono verificati nell’anno passato (dal cashback alle registrazioni sul sito INPS) quando i sistemi sono finiti sotto stress. Tanto più che la diffidenza verso i servizi esterni e sulla sicurezza dei dati gestiti attraverso le piattaforme commerciali è in realtà frutto di un equivoco.

Anche quando ci si rivolge a piattaforme di cloud pubblico, la gestione del dato non è infatti in alcun modo affidata al provider, che addirittura non ha modo di accedervi, ma rimane in capo a chi ne è titolare. Insomma: giunto il momento che anche la Pubblica Amministrazione (e tutte le istituzioni) superi la diffidenza verso il cloud e affronti quello che ormai è un passaggio ineludibile verso la nuova dimensione della digitalizzazione.

Il rischio, in caso contrario, è quello di mancare quegli obiettivi che, tra l’altro, sono stati indicati come orizzonte per il Next Generation Eu.

VIDEO E PHOTO GALLERY

AIDR WEB TV

ITALIAN DIGITAL REVOLUTION

EVENTI ED INIZIATIVE

ITALIAN DIGITAL REVOLUTION

COME ASSOCIARSI

Le competenze digitali in classe, il progetto Re- Educo a Carbonia (Video)

A Digitale Italia una puntata dedicata alla digitalizzazione del comparto scolastico con focus sul progetto Re–Educo, promosso dalla Commissione Europea.

AIDR NEWSLETTER

AIDR
Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato sulle iniziative testo di prova e prova di testo

AIDR NOTIZIE DAL WEB

TUTTE LE NOTIZIE

Notizie
17/05/2025
Con l’apertura del servizio 730 precompilato, l’Agenzia delle Entrate ha registrato numeri record: milioni di contribuenti hanno già effettuato l’accesso, con picchi nelle prime 48 ore. I dati confermano il crescente utilizzo degli strumenti digitali: oltre l’85% degli utenti accede con SPID; il 76% utilizza la modalità “730 semplificato”; in forte crescita la sezione “Spese sanitarie”, grazie al tracciamento automatico delle fatture elettroniche.
Notizie
14/05/2025
A poco più di un mese dal lancio di TributIAmo, l’assistente virtuale gratuito della Fondazione Aidr (www.aidr.it) dedicato all’assistenza fiscale, ha già registrato risultati straordinari: migliaia di accessi e oltre 15.000 quesiti evasi, offrendo un concreto sostegno a cittadini, commercialisti, esperti contabili e Caf alle prese con la compilazione del modello 730 e della dichiarazione dei redditi. Lo strumento, disponibile online gratuitamente sul sito di Aidr (https://www.aidr.it/assistente-virtuale/), si inserisce nel quadro della missione istituzionale della Fondazione, da sempre impegnata nella diffusione della cultura e dell’economia digitale e nella lotta al digital divide che ancora penalizza ampie fasce della popolazione italiana.
Notizie
11/05/2025
di Vittorio Zenardi* Con la conversione in legge del cosiddetto Decreto PA, l’Italia compie un ulteriore passo avanti verso una pubblica amministrazione più moderna, digitale e vicina ai cittadini. Il testo, articolato in 22 articoli, introduce un pacchetto ampio e significativo di misure destinate a rafforzare l’efficienza e la capacità operativa delle amministrazioni pubbliche, con particolare attenzione alla valorizzazione delle competenze digitali e comunicative.

 

AIDR SOCIAL

Seguici sui social per restare in contatto con noi,
ricevere aggiornamenti e inviarci suggerimenti, segnalazioni e commenti!